bdsm
Castità 1
di Andrapodon
22.04.2024 |
5.012 |
3
"Ho convissuto per 5 anni con una donna che, oltre a essere la mia compagna, era la mia Mistress..."
Ho convissuto per 5 anni con una donna che, oltre a essere la mia compagna, era la mia Mistress. Piano piano mi ha trasformato nel suo schiavo cuckold. Giacevo nudo e legato al letto aspettando con impazienza che Anna finisse in bagno. Mi aveva detto che aveva una sorpresa per me e, legati i polsi e le caviglie alla spalliera del letto, mi aveva dato un bacio ed era uscita dalla stanza. Potevo sentirla lavarsi i denti e, a giudicare dal suono, aveva quasi finito.
"Come sta il mio schiavo?" mi chiese mentre entrava nella stanza.
Mi voltai verso la sua voce. Era lì, nuda, i capelli scuri incorniciavano il suo bel viso. I miei occhi scivolarono lungo ogni curva, ammirando i suoi lineamenti e ogni dettaglio intimo del suo corpo. Il mio, invece, tentò istintivamente di muoversi verso di lei; desideravo annusarla, sentire l'odore dei suoi capelli mentre le baciavo il collo, il suono dei suoi gemiti, la sensazione dei suoi seni sodi e il sapore della sua figa, ma le corde mi bloccavano saldamente al letto.
"Cosa c'è che non va? Il mio schiavo è arrapato?" Risposi con un cenno della testa. "Bene. Ti voglio arrapato, perché ti cavalcherò la faccia, okay?" Deglutì a fatica "Sì, Anna".
Si mise al mio fianco, premette il suo corpo caldo e morbido contro di me e mi baciò profondamente. La sensazione era come nei sogni, quando scivoli indietro e mi sentii fluttuare nell'euforia. Il tempo sembrava essersi fermato. Le sue dita sfiorarono il mio corpo su e giù. Era molto attenta quando lo faceva per assicurarsi di essere abbastanza vicina al mio cazzo ingabbiato senza però darmi la soddisfazione di toccarlo.
I baci si trasformarono in stuzzichini mentre si spostava sulla parte laterale del collo. Il tutto era amplificato sia dall’ultimo mese di castità che dalla sua mano, che aveva deciso di dare un paio di carezze, attraverso le maglie della gabbietta, al mio cazzo dolorante. Il mio corpo cominciò a contrarsi e a vibrare. Avevo gli occhi vitrei; ogni sensazione, ogni piccolo tocco era elettricità. La sua mano lasciò i miei testicoli, scivolando lungo il torso e il corpo sussultò contro le corde.
Fece una risata sommessa: "Penso che tu sia pronto."
Salendo, si mise a cavalcioni del mio viso, con la figa sospesa leggermente sopra la mia faccia. Mi lanciai in avanti, alla disperata ricerca del suo sesso, ma lei sollevò leggermente i fianchi, tenendosi appena fuori portata. "Mi vuoi? Desideri avere la mia figa in faccia?"
"Sì, lo desidero tanto."
Anna allungò le braccia dietro la sua schiena e la sua mano mi strinse nuovamente i testicoli. Lasciò che i fianchi ondeggiassero in avanti e la figa mi sfiorò le labbra per un momento, poi si allontanò nuovamente. "Voglio che tu mi implori. Implorami di usarti. Implorami di mantenerti arrapato e frustrato." La sua mano serrò più forte il mio scroto.
"Per favore, usami. Fai quello che vuoi di me. Per favore, lasciami essere il tuo schiavo. Per favore." La implorai mentre il mio corpo sussultava freneticamente per l'estasi che mi stava facendo provare. "Sono tuo, il tuo schiavo."
"Per sempre?"
"Per sempre!"
"Quindi posso fare quello che voglio con te". I suoi fianchi scivolarono in avanti, la sua figa contro le mie labbra. "Sì, puoi fare di me ciò che vuoi" sussurrai mentre le baciavo il monticello bagnato. Anna dondolò dolcemente il bacino, mentre iniziai a leccarla dolcemente.
La lingua lambiva lentamente le labbra della figa seguendo il ritmo dei suoi fianchi. Lei si tirò avanti, afferrando la spalliera del letto per sostenersi. Inarcò la schiena e inarcò i fianchi. Iniziai a leccarle il clitoride gonfio. Ebbe uno spasmo, il suo corpo sussultò freneticamente. Lasciò andare la testiera del letto, appoggiando tutto il suo peso sul mio viso.
I suoi umori mi inondarono la bocca e le narici e i miei polmoni bruciavano per il bisogno di ossigeno, ma continuavo a leccare freneticamente. Ad ogni spasmo potevo sentire il corpo di lei stringersi forte e rilasciarsi in rapida successione. Alla fine il suo corpo sembrò rilassarsi completamente. Io ansimai in cerca d'aria, feci un respiro profondo e tornai ad assaporare i suoi umori. Si piegò in avanti mentre si staccava dalla mia faccia. "Grazie" borbottai. Lei si chinò in avanti e mi baciò sulla fronte, mentre i suoi seni mi sfioravano il viso. "Ti amo," sussurrò mentre si sdraiava al mio fianco.
Passarono diversi minuti in silenzio mentre Anna si riprendeva dall'orgasmo. Poi mi slegò. Il mio cazzo palpitava dolorante dentro la gabbia e sembrava volesse esplodere. Lei mi fissò con sguardo dolce e mi chiese "Quanto tempo è passato dall'ultima volta che ti ho lasciato venire?"
"Un mese e dieci giorni".
"Bene, domani ho qualcosa di speciale per te." Sorrisi alle sue parole. Mi rannicchiai contro di lei e ci addormentammo.
Continua
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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